14 gennaio 2014
Ieri sera la nostra macchina del pane mi ha tradito.
In realtà non è nostra, l’abbiamo in comodato d’uso dopo che i nostri amici carpigiani l’hanno ritrovata durante i lavori post sisma di svuotamento forzato del solaio.
Comunque, da allora questa macchina ci sforna giornalmente pagnotte che io non giudico proprio speciali (da vera cicciona imbrogliona), ma che ci mangiamo allegramente.
Ieri sera, vuoi per una mia disattenzione, vuoi per una sua ribellione (aveva lavorato tutto il pomeriggio: prima per l’impasto dei biscotti per cani, poi per la pasta dei taralli), la summenzionata macchinetta a fatto tutto il ciclo di lavoro senza impastare.
Il risultato è stato un blocco di roba con una cornice di crosta arrostita che racchiudeva un tenero cuore di cremosa pasta al lievito, il tutto spolverizzato abbondantemente di farina tostata.
Certo non lo potevo buttare.
Le mie origini contadine non me lo permettono. Non si butta via niente.
E poi c’è la storiella di mia mamma: “Alle porte del Paradiso San Pietro ti metterà in mano un cestino sculato (senza fondo n.d.t.) nel quale dovrai raccogliere tutto il pane che hai sciupato in vita prima di poter entrare”.
Qui ne andava dell’eternità.
Se San Pietro avesse considerato il blocco come pane, la mia unica speranza restava che, date le dimensioni, restasse incastrato nelle maglie del cestino!
Comunque ho preso il coso e l’ho passato nel robot da cucina fino ad ottenere uno sfarinato umido. Ho aggiunto un po’ di acqua e ho messo l’impasto in una ciotola coperto con un piatto di plastica.
Stamattina, quando ho sollevato il piattino, la ciotola era piena di una massa spumosa. L’ho impastata con un po’ di farina per darle la giusta consistenza. In realtà io non ho mai visto nè tantomeno maneggiato della vera pasta da pane (di quella che fa il fornaio, intendo).
Insomma, ho fatto lievitare la mia per un’oretta, poi l’ho rotta, ho dato la forma e l’ho fatta lievitare ancora mezz’ora.
Ho cotto i panini per 35 minuti ed eccoli qua.
Siccome nella foto il peso specifico non si vede, il risultato è buono.
E per questa volta il Regno dei Cieli non è a rischio.
Ho fatto bene a farmi un viaggetto a ritroso nel tuo blog, tutti i tuoi post sono da leggere 🙂
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Grazie Libera, all’inizio avevo 60 anni di storie da raccontare!
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Allora siamo quasi coetanee,per qualche giorno o mese, ecco la sintonia ❤
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E’ un bel po’ che penso di avere 60 anni, da quando li ha compiuti il mio consorte! Forse mi sto preparando, per adesso ne ho 57, ma ti sento vicina uguale 🙂
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Che foerte sei, allora 60 anni forever 🙂
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