31 marzo 2014
Chi appartiene alla mia generazione, intorno ai 60 per capirci, ha spesso l’impressione di aver perso una fase della vita.
Dopo essere sottostato alla volontà degli anziani, per una forma di rispetto che non veniva in nessun modo messa in discussione, ci troviamo a confrontarci con la volontà dei nostri figli.
Perchè, dopo la ribellione dell’adolescenza, spesso iniziano a trattarci come se fossero i nostri “badanti” anche se noi siamo quasi sicuri di non aver ancora dato segni tangibili di demenza.
Elargiscono consigli non richiesti, cercano di tenerti a dieta forzata (mio figlio, per esempio, mi versa solo mezza tazzina di caffè, perchè ne bevo troppo), ci obbligano a portare a passeggio il cane per la nostra salute e via su questa falsariga.
Inoltre, senza alcun rispetto, mettono in evidenza un sacco di nostre mancanze.
“Tu non fai mai il gnocco fritto”.
Serve a qualcosa precisare che nessuno l’ha mai voluto, nè in casa nè in una delle mille feste, sagre, fiere, camminate, biciclettate che pare abbiano come motore principale lo stand del gnocco fritto?
Comunque sono corsa subito ai ripari, con la debita obbedienza.
La ricetta l’ho chiesta alla zia Carla, perchè mia mamma ha avuto la mia stessa mancanza e non mi ha tramandato nulla.
Ingredienti:
- 1 kg di farina 00
- 5 cucchiai di olio
- 1 cucchiaino di sale
- 1 cucchiaino di bicarbonato
- latte e acqua gassata in parti uguali (in un rapporto di 3 a 5 rispetto alla farina)
- 1 kg di strutto per friggere
Cominciamo col precisare che io ho fatto metà dose, chè mia zia cucina per tavolate da incubo.
Per quello che riguarda la parte liquida bisogna metterci un po’ del proprio (come si dice da noi), la pasta deve avere una consistenza liscia ed elastica, come la sfoglia per i ravioli.
Si fa la fontana con la farina, si aggiungono bicarbonato, sale e olio e si comincia a impastare aggiungendo il latte a l’acqua poco alla volta.
Quando la pasta sarà bella liscia e non si attaccherà più, si fa riposare mezz’ora sotto una scodella di plastica.
Mia zia, ovviamente, la stende col mattarello, io con la macchinetta, sul n° 4.
Si tagliano le stiscie di pasta in rettangoli di circa 7 cm x 15 cm e si friggono nello strutto bollente.
ahahahah speriamo che mamma non legga questo post sennò coglie al volo l’occasione per cazziare anche me per i miei consigli non richiesti!!bravissima come sempre, un bacio Vale
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Vale, i consigli vanno sempre bene, l’importante sarebbe non farsi prendere la mano! Ma la tua mamma è ancora cciovane, ha tempo!
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