Cappelletti per il Primo Maggio

Primo Maggio 2014

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I cappelletti, in Emilia, rappresentano le feste: Natale, Pasqua, sagre, Ferragosto e ovviamente il Primo Maggio. Festeggiare, in dialetto reggiano, si dice “fèr i caplèt”.
Sono talmente emblematici che durante il ventennio fascista, quando era vietata la Festa dei Lavoratori, scagnozzi della “brigata nera” il Primo Maggio andavano nelle case più sospette a guardare che nelle pentole non ci fossero i cappelletti.
Ogni famiglia antifascista ha la sua leggenda al riguardo. Ovviamente anche la mia.

“E un primo Maggio si presentarono due ragazzotti imberbi in camicia nera col mitra in mano. Erano molto giovani e sprovveduti, entrarono in casa. La cucina era piena di giovani uomini. Si sentì sbattere la porta della stalla (le vacche vanno munte anche il Primo Maggio) e qualcuno urlò di chiudere le porte. Si sentirono dei catenacci scorrere nelle guide. I ragazzotti se la filarono dalla porta davanti, quella aperta, e sparirono con la loro camionetta. E in famiglia si mangiarono i cappelletti.”

A Correggio e, probabilmente, in tanti altri comuni emiliani, il Primo Maggio si mangiano i cappelletti in piazza, per ricordare chi non ha mai avuto paura di celebrare la Festa dei Lavoratori.
E un grazie ai volontari che offrono la loro disponibilità per mettere a tavola tutti questi correggesi!

18 pensieri su “Cappelletti per il Primo Maggio

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