28 ottobre 2014
Questi dolcetti, come le Fave dei Morti, erano tipici dell’utavari di Mort, la settimana dedicata alla commemorazione dei defunti.
La ricetta me l’ha data una signora della bassa, vale a dire del nord della provincia di Reggio Emilia, quella più vicina al Po e che maggiormente risente delle influenze dalla cucina mantovana e lombarda.
Per chi, come me, discende da una famiglia contadina, è chiaro che la ricetta è una versione già rimodernata rispetto a quella che doveva essere in origine.
Probabilmente all’inizio si utilizzava pasta da pane arricchita per realizzare i dolci.
Con la cessazione della panificazione domestica, la pasta da pane è stata sostituita dal pangrattato e successivamente dai biscotti, come è successo per il ripieno dei tortellini e per altri dolci contadini.
L’uvetta ha sostituito l’uva che si faceva appassire nei solai.
Ingredienti:
- 400 g di biscotti secchi
- 100 g di amaretti secchi
- 250 g di zucchero
- 250 g di farina 00
- 250 g di uvetta
- 2 mele grattugiate
- 180 g di noci sgusciate
- 50 g di cacao amaro senza glutine S.MARTINO
- 100 g di marsala
- 6 albumi
- una bustina da 16 g di lievito S.MARTINO
- un cucchiaino di cannella
- un pizzico di noce moscata
Per completare:
- una busta da 125 g di zucchero a velo vanigliato S.MARTINO
Mettete in ammollo l’uvetta in acqua tiepida.
Grattugiate le mele.
Tritate nel mixer i biscotti con gli amaretti.
Tritate anche le noci.
In una grande ciotola riunite tutti gli ingredienti solidi, comprese le spezie, il cacao e il lievito setacciati insieme.
Bagnate col marsala e unite gli albumi leggermente montati.
Otterrete un impasto morbido ed appiccicoso.
Usando due cucchiai da minestra infarinati, formate i dolcetti, una cucchiaiata abbondante per volta. (Io questa tecnica dei cucchiai la devo perfezionare, mi allenerò con del purè di patate!)
Disponeteli sulla placca coperta di carta forno e fate cuocere in forno preriscaldato a 180° C per 20 minuti.
Appenta usciti dal forno, rotolateli nello zucchero a velo, ricoprendoli abbondantemete.
Note:
Ogni famiglia aveva le proprie varianti. Per esempio l’uso di fichi secchi. Anche la frutta secca poteva cambiare, prevedendo l’uso di nocciole e semi di albicocca.
Profumo.
All i’m sayin’ (original mix) – allovers feat. Lisa shaw
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Buonissimo, te lo assicuro!
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Un dolcetto che non conoscevo, forse troppo legato alle tradizioni locali. Ci tengo molto anch’io che non vadano perdute!
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Sono dolcetti buonissimi, ma ormai in giro vedo solo fantasmini e zucche! Mi chiedevo: ma in America, in febbraio, faranno gli intrigoni e i tortellini fritti?
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L’ha ribloggato su Grembiule da cucinae ha commentato:
Su suggerimento di qualche amica ripropongo la ricetta di questi dolci, tipici del periodo.
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Sono venuta a leggermi la ricetta completa: non amo gli amaretti ma nell’insieme credo non prevalgano, da fare ❤
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Anche io non sono appassionata di amaretti ma qui sono molto usati nei dolci. Gli amaretti Benelli che fanno nella bassa sono molto più delicati rispetto ad altre marche.
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Buono a sapersi, a Natale, organizziamo uno scambio di prodotti? ❤
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Volentieri. Benelli produce anche una favolosa spongata. A proposito: per “i Morti” bisogna cominciare a preparare il ripieno perchè deve prendere “la nebbia”.
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Se l’avessi saputo, ieri sera c’era un po’ di nebbiolina oggi è primavera ma vedrai che “combino” 🙂
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Resto in attesa!
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Quanto mi piace conoscere queste tradizioni, facciamo in modo che non se ne perda il ricordo! io me li salvo e appena possibile voglio provarle.
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Grazie Giovanna. Cercare di non dimenticare è uno dei miei obiettivi attraverso il blog.
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Anche del mio, spesso mi accorgo che di certe cose si sta perdendo perfino il ricordo.
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😦
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