24 gennaio 2015
Curiosando nel blog Accanto al camino ho trovato una ricetta che Libera intitolava “Torta di mele melosa”.
Leggendola mi ha ricordato una torta che preparava mia suocera, diretta emanazione di una ricetta della solita zia Noemi.
Si tratta di una torta abbastanza diffusa, un tempo, e mi ricordo che una volta mia mamma la definì “un pòo patòuna”.
La patòuna in realtà era una specie di castagnaccio, che si faceva soprattutto in Appennino. La traduzione in pattona non saprei a chi attribuirla.
Le indicazioni della zia erano come al solito piuttosto vaghe, perciò ho preso spunto da Libera.
Ho usato una varità di mele antica, la mela-pesca. A me le ha regalate un paziente, ma per gli appassionati di frutti antichi, qui in zona c’è un grande vivaio che fornisce le piante e le segue, dopo la messa a dimora, per i primi tre anni.
Propongo una versione senza glutine, perchè il problema dell’intolleranza al glutine, da quando è possibile una diagnosi, è molto più diffuso.
Ingredienti per la mia versione:
- 1 kg di mele
- 100 g di farina di riso S.MARTINO
- 200 ml di latte
- 3 uova
- 50 g di zucchero di canna
- un limone (home made)
- un cucchiaino di lievito S.MARTINO
- zucchero a velo vanigliato S.MARTINO per decorare
Sbucciate e detorsolate le mele, quindi tagliatele a fettine sottili.
Bagnatele col succo di limone e unite la buccia grattugiata.
Con il resto degli ingredienti preparate una crema fluida. Libera consiglia di montare le chiare a neve, la zia no.
Versate la crema sulle mele, mescolate con delicatezza e trasferite in una tortiera imburrata del diametro di 24 cm.
Fate cuocere in forno preriscaldata a 180° C per un’ora.
Lascitate padire nel forno spento per mezz’ora, poi fatela raffeddare.
Spolverizzate con zucchero a velo.
Note:
La zia la lasciava nella tortiera, Libera l’ha sformata. In ogni caso si attacca molto, anche alla carta forno. Fate un po’ voi.
Ho fatto anch’io la torta di mele stasera! La mia però l’ho chiamata “melodiosa”…
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Aspettiamo la ricetta!
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Grazie Simona, ho reso privato il blog, se ti va ti mando l’invito. Mi dispiace di non essere entrata nelle corde “melodiose” della Signora Silva: io sono così, un po’ rustega e certamente non incontro la “nobiltà” del web. Un abbraccio e grazie per la tua buona volontà di farmi apprezzare ma ti sarai resa conto che non piaccio a nessuno, un abbraccio ❤
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Grazie, l’invito lo vorrei, anche se non so come funziona. La nobiltà non la incontro neanche io, che sono di campagna come di più non si può. Forse è per questo che a me piace quello che fai. Mi scuso, ma non mi impegno per farti apprzzare, ti apprezzo e mi basta, a me piaci, o mi piaceva quello che pubblicavi, gli altri, grazie a Dio, hanno la loro testa. Non consulto il contagiri dei gradimenti, dato che mia figlia non mi aveva neanche detto che c’era. Le richeste di collaborazione mi mettono in ansia, andare a cucinare in pubblico non ci penso neanche, per i voti grazie al cielo sono troppo vecchia e scrivo perchè, dopo tanti anni passati a correggere discorsi di altri, mi sono fatta prendere dalla pura vanità. Ti mando un doppio bacio anche se gli emiliani doc non si baciano! ❤ ❤
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