25 gennaio 2015
La banalità del successo.
Ieri ho letto un libro. Insomma, un libro breve, che mi ha impegnato un paio di ore e mi ha colpito moltissimo.
Me lo sono letta tutto, anche se avrei potuto mollarlo dopo i primi capitoletti, ma si è trattato di uno studio.
Il libro in questione è definito “secondo lavoro autobiografico” di una nota signora autrice di libri sentimentali.
Oddio, a me risultava che dietro lo pseudonimo si nascondesse un’affiatata coppia di coniugi che scrive a quattro mani (o si dice a due?).
In ogni caso, dal quarto di copertina occhieggia una piacente signora con le arcate soppracciliari chirurgicamente ritoccate per alleggerire la plica e, con essa, una pesantezza dello sguardo che potrebbe far nascere sospetti sulle doti soporifere della sua scrittura.
Le guancette sono ben gonfie e le labbra sapientemente ritoccate in modo che tutta l’asprezza dell’età sfumi in un dolce sorriso.
Immagino che le storie sentimentali abbiano fruttato alla coppia generose sostanze.
Quello che mi ha colpito nel libello è, oltre alla nullità dei brevi resoconti autobiografici, lo stile.
Qualsiasi food-blogger, tra quelli che seguo, scrive meglio (forse perfino io)!
E la bella signora non ci dà nemmeno le ricette di quei suoi piatti del dopoguerra!
Per rimediare, vi lascio una ricettina di mia mamma, proprio da dopoguerra, di quelle fatte per non sprecare nemmeno i minuscoli ritagli e bricioline di carne avanzata.
Ingredienti per 3 persone:
- un litro e mezzo di brodo buono (cioè di carne)
- 150 g di pastina all’uovo
- 150 g di briciolame di lesso
- un uovo
- due cucchiai di parmigiano-reggiano
- un cucchiaio di pangrattato
- aglio in polvere
- sale, pepe
- farina q.b.
Tritate finemente la carne e mescolatela con l’uovo, il parmigiano-reggiano e il pangrattato.
Conditela con un pizzico di sale, pepe e aglio secco.
Con le mani infarinate ricavate delle polpettine piccolissime (bisogna che ce ne sia un po’ per tutti).
Portate il brodo a ebollizione e calate la pastina.
Quando sarà cotta al dente, unite delicatamente le polpettine e lasciate che vengano a galla.
Servite ben caldo.
Buone! !!
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Si, anche se è una minestrina povera!
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Un riciclo interessante!
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Più che un riciclo era un recupero!
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Hai ragione, quello intendevo! Buona giornata.
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La mia mamma le preparava sempre in inverno a cena! Era una minestra buona, calda e c’ era un profumo per CASA! E’ da un po’ che non la prepara, mi sa che le tocca la prox volta che vado a trovarla!😄
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Scommetto che sarà contenta!
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😉Gia’ ho prenotatooooo! 💟💟💟
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A me piace quando i figli fanno richieste precise!
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Sarà una minestra povera, ma quanto è buona!!!
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grazie!
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