2 settembre 2015
Dalle finestre del primo piano posso vedere i bei vigneti che circondano la nostra casa.
Non sono nostri, ma fanno un bellissimo effetto.
I bei grappoli mi ricordano che è tempo di vendemmia.
Se pensiamo alla vendemmia cosa ricordiamo?
Le file di casse allineate al centro della carraia e i vendemmiatori con i “cavagn”. Le donne e i bambini a terra, gli uomini sugli scaletti. Le chiacchiere, i bisticci, le canzoni e i bottiglioni di acqua.
O forse i carri con le pedane laterali. Tutti in piedi a raccogliere e gettare direttamente i grappoli nel cassone. Avventizi che lavoravano in campagna per qualche mese.
Le file di carri che alla sera andavano in cantina. Processioni che duravano qualche settimana. E se il tragitto casa-lavoro passava in zone di cantine, bisognava calcolare un’ora di viaggio in più.
Adesso la vendemmia qui nella Pianura Padana si svolge diversamente.
Una sera vedi nel vigneto il fattore con due uomini.
La mattina successiva, all’alba, arriva “la macchina” scortata da una vettura con bandierine rosse, trattandosi di un trasporto eccezionale.
Questa macchina si posiziona e comincia a ingoiare i filari, scuotendo e sgranando i grappoli.
Tutta quest’uva già bella mostata viene caricata in un dumper e portata immediatamente in cantina per essere refrigerata.
Alla sera la vendemmia è finita.
Nei campi rimangono i filari devastati, come dopo una tragica grandinata.
Incauti animaletti che si sono lasciati sorprendere fra i grappoli agonizzano in terra o nei cassoni del mosto.
Io sono ottusa e sentimentale, ma questa forma di raccolta mi impressiona.
Un tempo si lasciavano sui tralci dei grappolini da tre o quattro chicchi, che venivano in seguito spigolati da chi non aveva campagna. Con questi piccoli avanzi si faceva una ciambella.
Io il grappolo di lancellotta me lo sono fatto dare dalla vicina prima della vendemmia, altrimenti ciaooo!
La ricetta è di Libera, ma è molto simile a quella che mi diede un’anziana paziente. Infatti le avevo scritte sullo stesso foglietto.
Ingredienti:
- 700 g di uva
- 300 g di farina 00
- 200 g di zucchero
- 100 g di fecola di patate S.MARTINO
- 100 g di burro
- 4 uova
- 5-6 cucchiai di latte (senza lattosio)
- una bustina di lievito istantaneo
- vanillina
L’uva dovrebbe essere nera, da vino. Siccome il mio grappolo non era sufficiente ho aggiunto della sultanina sempre della mia vicina.
Mondate e lavate i grappoli, quindi sgranate i chicchi e fateli asciugare su un canovaccio.
Montate il burro morbido con lo zucchero.
Unite il latte e i tuorli, continuando a lavorare la crema con una spatola.
Unite quindi gli albumi a neve e la farina setacciata con la fecola, il lievito e la vanillina.
Aggiungete i chicchi d’uva e versate il composto in uno stampo da ciambella imburrato e infarinato.
Fate cuocere in forno preriscaldato a 180° C per circa 50 minuti.
Note:
Si tratta di un dolce rustico, adatto per la colazione o la merenda.
Siccome io lo volevo servire nel dopo cena, l’ho accompagnato con un bicchierino di crema al limone. La ricetta non la scrivo, è sulla confezione.
ma com’è piacevole agli occhi… gnam gnam deve essere squisito al palato! giorno!
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E’ un dolce semplice ma buonissimo.
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Questa la devo provare!
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Vedrai, è buonissima.
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Che bel pensiero sulla vendemmia 🙂 in effetti tra poco a casa mia si coglierà l’uva, stanno solo aspettando che io termini gli esami (non me la posso sfuggire neanche volendo XD)… Questa della ciambella all’uva non la conoscevo! Davvero bella e invitante, devo chiedere un paio di grappoletti per poterla fare, tanto a breve ci saranno anche tanti compleanni 😀
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Immagino che a casa tua l’uva si raccolga ancora a mano! Qui la vendemmia è iniziata ufficialmente ieri. Ed è già finita!
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Ah si, ma noi poi il vino lo vendiamo alla cantina, però mi pare che la raccolta cambi da tipo di filare, una cosa troppo complicata che non ho mai seguito con attenzione XD so che la dobbiamo cogliere a mano!
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Ma non esiste nessun posto oltre alla pianura padana dove si vendemmia a macchina. Forse il Giappone!
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Più che in Giappone (dove non sono sicura abbiano spazio per le vigne), mi sa in Francia che so ricchi XD
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Che bello il tuo racconto e che splendida ciambella, da fiaba.
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Bella storia!
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Grazie. Tutto bene la vacanza?
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Sì. Dopo qualche giorno in Slovenia e Croazia siamo di nuovo in Friuli e ci sta bene. Stasera una cena con 6 antipasti, 3 primi, 2 secondi e 3 dolci 🙂
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E dire che nelle foto sembrate anche magretti!
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come cambiano le cose…….ma quelle ciambella è davvero invitante
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A volte mi sento davvero vecchia e non riesco ad accettare. La ciambella è stata promossa!
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a chi lo dici…. 😦
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😀 😀 ridiamoci su
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meglio 😀
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È una torta che si faceva anche a casa della mia bisnonna, la moglie del mugnaio, con i grappoli spigolati di “uva Molinara”, che credo sia coltivata solo qui nel Veronese. Non ci avevo più pensato da mille anni. Grazie Simona.
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Io sono una nostalgica!
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Ciao Simona, ti è venuta benissimo, la ricetta (nel blog l’avevo citata) l’avevo presa da Germana, l’aveva fatta con “l’uva rara”, io con la Clinto anch’essa rara, si trova a Bottazzo Val Rosandra TS), fanno il vino fragolino che, come sai, non ha libera vendita. Credo che quelle della nostra generazione abbiano tutte memoria di qualche uva rara… qualcuna più rara delle altre 😀 Un saluto e scusa il commento romanzato. Buon restyling del garage ❤
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Grazie. Il garage è indietro, ma la tettoia degli attrezzi è una meragiglia. Quasi quasi ci metto un tavolino e due sedie per ammirare il tramonto prima che tornino i ragni!
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Qui da noi ormai si coltivano solo uve da lambrusco, ma il nome Clinto me lo ricordo bene!
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Che bel ciambellone! Un piacere per gli occhi e sicuramente anche per il palato!
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Grazie. Un dolce semplice ma buonissimo.
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Me lo sono riletto, è splendido e poi l’aveva commentato anche Silva… condividendo il suo ricordo. Un abbraccio ❤
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È vero. Ogni tanto devo fare un giro da lei ❤
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Io sono stata l’altro giorno ma suo marito, il suo dolore mi mettono una tristezza 😦
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Mette molta malinconia. A volte anche qualche senso di colpa.
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Beh, senso di colpa no, le dinamiche sono queste. Io dovrei averne ma tu no; oggi suo marito a commentato da Ilaria ❤
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Ma no, era un commento del 2015! Credo che lui abbia pubblicato tutto ed ora non interagisca.
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No l’ho visto sul post della schiacciata con l’uva.
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Hai ragione, chissà cosa avevo visto: ero convinta fosse sulla schiacciata con l’uva 😦
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Era lì! Credo che Ilaria abbia ribloggato
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Ah ecco, chissà quando mi desterò dal letargo psicologico 😀
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Sveglia anche me, mi raccomando!
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Siamo apposto 😀
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😉
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C’è piccola posta per te, ma piccola 🙂
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L’ha ribloggato su Grembiule da cucinae ha commentato:
6 Ottobre 2016
Dato che non si vive di sola zucca, voglio riproporre una ciambella con un frutto di stagione.
é un dolce che si faceva in campagna, ma quando già era stato introdotto l’uso del lievito chimico.
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Che bello questo scorcio sulle tradizioni prima e dopo dedicate alla vendemmia.
Ciambellone buonissimo, da fare a Mattia che adora l’uva ossa e biacca!
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Caroooo! ❤
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