24 novembre 2015
Un tempo, quando si ammazzava il maiale, la carne serviva tutta per la preparazione degli insaccati.
Anche ai tempi della mia lontanissima infanzia, in quelle frenetiche giornate, tutto veniva spolpato, conciato, bollito e preparato per una lunga conservazione che non prevedeva la presenza del frigo (nessuno lo possedeva) e possibilmente nemmeno del botulino.
Rimanevano le ossa spolpate, che venivano bollite e poi rosicchiate alla ricerca di piccoli frammenti di carne e cartilagine.
Atro che braciole, carrè, lonza o puntine!
Comunque io faccio finta che le puntine siano un piatto contadino e le preparo spesso, abbinaldole a prodotti che diano un’idea di rusticità.
Come le cipolle!
Ingredienti:
- 1200 g di puntine di maiale
- un kg di cipolle bianche non molto grosse
- olio evo
- sale, pepe
- rosmarino
Accendete il forno a 190-200° C.
Ungete leggermente una pirofila e disponetevi le puntine condite con sale, pepe e ciuffetti di rosmarino.
Coprite con alluminio e infornate per 35-40 minuti.
Nel frattempo tagliate le cipolle a spicchi e fatele ammorbidire nel microonde per 3 minuti.
Se vi piace il gusto, potete spruzzarle con due o tre cucchiaiate di aceto delicato NON balsamico.
Salatele leggermente.
Trascorsa la prima manche di cottura, estraete la pirofila, eliminate l’alluminio, girate le puntine e aggiungete le cipolle.
Reinfornate e fate cuocere ancora per circa 30 minuti.
Servite caldo.
Mi piace molto, anzi, moltissimo! A proposito, il 5 saremo al Monastero Polironiano di San Benedetto PO.
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Bello! La prima volta che ci sono andata c’era una nebbia che davvero non si vedeva nemmeno la chiesa! Erano ancora gli anni dei nebbioni, il mio allora fidanzato aveva appena dato un’esame, hai voglia! Poi ci sono tornata con la pancia!
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Ti saprò dire come sarà 🙂
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Da me le puntine sono una delle parti che preferisco del maiale! Però é un piatto contadino: almeno da me vengono messe da parte per essere bollite o cotte sul fuoco, per assaggiare la carne e vedere se é buona… Quindi si scegli il pezzo con meno carne possibile!
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Forse si faceva anche qui, io però non lo ricordo.
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Chissà! Da me si continua a fare, per quello lo so perfino io 😀
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Qui in Emilia c’è questa grande diffusione della lavorazione della carne di maiale a livello artigianale e industriale, la macellazione domestica è quasi scomparsa e con lei le tradizioni!
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Da me ancora no, siamo pochi e conserviamo tutto (ricordi e oggetti) 😀
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E’ bello!
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Moltissimo! Infatti spero di mettere altre ricette popolari 😀
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Altrimenti, poi, alla mia età ti verrà il rimorso!
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Io avevo intenzione di andare dalle vecchiette del paese con cui mia madre ha più rapporto (in pratica quasi tutte) e chiedere delle ricette di famiglia per fare un ricettario-memoriale 🙂 però è una cosa troppo vasta e richiede troppo, troppo tempo!
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Lo credo bene. Fai una cosa circoscritta. Attualmente hai altre priorità!
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Mio padre dice che l’università per me é un hobby ahahhaah
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No, non dargli motivo di crederlo!
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Ma io ho un sacco d’interessi! Ovviamente anche lo studio é tra quelli, quindi faccio un sacco di cose >.< però m'impegno quando é periodo di esami!
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Non dire queste cose a me che sono vecchia. Adesso lo studio ha la priorità assoluta! Gli interessi vanno bene, un sacco e una sporta, ma bisogna pensare a concludere.
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Ne sono consapevole >.<
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Buonissima ricetta.
Anch’io uso le puntine: le metto in visione con le erbe aromatiche e un po’ di vino bianco, insieme con ali di pollo e poi faccio il tutto alla piastra, cottura lenta, girandole spesso, sia le ali che le puntine devono essere croccanti fuori e tenere dentro. All’ultimo momento aggiungo anche salsicce divise a metà, da rosolare alla svelta. Polenta abbrustolita e insalata invernale e il pranzo è pronto.
Quando ammazzavamo il maiale alla fattoria del nonno, mi piaceva molto la “rosticciata” di fegato, milza, polmone, cuore e rognoni, con aglio salvia e rosmarino e la polenta. Con il “brodo” delle ossa bollite si faceva la minestra di riso “sporca” e poi c’era la torta di sangue con i pinoli e l’uvetta, non troppo salata, ma non dolce e io me la sogno ancora. E le cotiche abbrustolite sulla griglia del camino, oppure cotte a lungo e servite in umido con i fagioli. I piedini lessati con le verze, la polenta abbrustolita calda calda con sopra una battuta di lardo e cipolla tritata fine fine….eh, sì, è vero, sono una raffinata!!!
Buon pomeriggio, perdona lo sproloquio, ma hai risvegliato i miei ricordi infantili.
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Man mano che leggevo mi ricordavo di piatti scomparsi. La frittura di fegato, la minestra sporca, le cotiche coi fagioli. Credo che molto dipendesse anche dalla bravura della cuoca. La mia nonna paterna non era famosa per quella! 😦
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Quando posso, certi piatti li faccio ancora, tranne la torta di sangue, ora il sangue e il cervello da noi non si trovano più.
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Io non mi ricordo cosa facessero col sangue. Certe cose le faccio per la gioia del mio consorte e anche perchè c’è un paziente che “ammazza” e poi non usa nulla di queste cose, che finiscono a casa nostra. Ho dovuto imparare a pelare coda orecchie e zampetti. Ho sempre paura che mi arrivi con la testa intera!
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Buona questa: ci ficchi una mela in bocca e la fai al forno!!!
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Adoro le puntine io le cucino anche con la verza,ma con le cipolle devono essere squisite!!!
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Sono gustose. Io però mangio le cipolle!
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ma che buoneeeee… da provareee!
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Grazie.
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Ricordo ancora le ossa bollite della nonna….quant’erano gustose!!!!!
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Le faccio ancora, ma è un pasticcio in cucina!
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Io invece è da tanto che non le mangio, hai ragione è solo un pasticcio 😉
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😉 volpe!
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Quanti ricordi!!! da noi si ammazzava pure il maiale a casa, ma a parte un po’ di salsiccia che si conservava di solito fino a pasqua, si finiva nel giro di una settimana, il frigo non c’era, il fritto la mattina a colazione, quando ci penso mi chiedo come facevamo a mangiarlo, eppure lo facevamo e ci piaceva molto, il sanguinaccio, il cuscus con il broccolo il giovedì grasso, perché qui si macellava pochi giorni prima di carnevale. Scusami se mi sono dilungata tanto.
Ottima la tua ricetta, ha la sua rusticità.
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Credo che un po’ dappertutto si macellasse nel periodo più freddo, per motivi logistici. Ma forse non ti ricordi, è impossibile che non venissero fatti prosciutti, capocollo, pancette e tutte quelle robe lì, tipiche di tutta l’Italia. Grazie del complimento. Buona serata.
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No, qui, non si facevano proprio, ho cominciato a dare io indicazioni al mio papà quando sono andata ad abitare in Calabria, qui non fa freddissimo e le case non hanno cantine per conservarli al fresco, e poi il carnevale non era il periodo più freddo dell’anno, cominciava quasi la primavera, ma era usanza di macellarlo qualche giorno prima di carnevale.
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Paese che vai…
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E si…
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L’appetito vien mangiando, ma anche leggendo. Prima di andare dal dietologo questo piatto lo provo 😉
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Non sono mai andata da un dietologo. Che me lo dice a fare?
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