25 aprile 2016
E Reggio fu liberata! I partigiani entrarono il 24 aprile.
I tedeschi erano allo sbando e si dispersero per la campagna.
Da uno di questi convogli, proprio davanti alla casa di mia mamma che si trovava sulla provinciale, rimase indietro un soldato.
Si sedette sul paracarri “sul ponte”.
Piangeva.
Le sorelle F. erano tutte adulte. Mia mamma, che era la più giovane, aveva 21 anni.
Fecero entrare il soldato.
Aveva 17 anni e voleva solo tornare a casa.
Lo nascosero in solaio, lo rivestirono con abiti civili e bruciarono la divisa.
In cantina i volantini e in solaio “il nemico”.
Dopo poco tempo, quando la gente sembrava più interessata ai collaborazionisti che ai tedeschi, il ragazzo fu fatto uscire dalla soffitta e indirizzato alla statale del Brennero.
Di lui non si seppe più nulla.
Questa storia rimase segreta ai maschi fino al 1964, anno in cui morì mia nonna.
C’entra con la Liberazione?
Forse c’entra tanto come la crostata di fragole!
Ingredienti:
- 200 g di farina 00
- 100 g di mandorle spellate
- 100 g di burro
- 100 g di zucchero
- un uovo
- un cucchiaino di lievito per dolci
- 450 g di fragole mondate e asciugate
- 150 g di zucchero fine
Tagliate le fragole a pezzettini e mettetele in una pentola d’acciaio assieme allo zucchero.
Fate cuocere per circa 1 ora, mescolando spesso.
Fate raffreddare bene e nel frattempo dedicatevi alla pasta.
Tritate finemente le mandorle nel mixer assieme allo zucchero e mettete in una terrina adatta per impastare.
Nel boccale del mixer mettete la farina col lievito e il burro freddo a pezzettini.
Otterrete un sfarinato che aggiungerete nella terrina.
Unite l’uovo sbattuto a parte e cominciate a impastare, prima con la forchetta e poi con le mani.
Appena l’impasto sarà liscio e omogeneo, avvolgetelo nella pellicola e fatelo riposare il frigo per mezz’ora o anche più.
Trascorso il tempo del riposo stendete 2/3 della pasta e foderate una tortiera del diametro di 24 cm, imburrata e infarinata.
Stendete sul fondo le fragole ben fredde e decorate con la restante pasta.
Infornate nella parte bassa del forno preriscaldato a 190-200° C per circa 40 minuti.
Ho scelto la tipica decorazione a grata per due motivi.
In primo luogo è la preferita da mio marito, ma, soprattutto, siccome il ripeno di fragole non è molto sodo, altre decorazioni affonderebbero.
C’entra certamente di più, senza nulla togliere alla crostata o alle mie fettucce…, grazie Simona ❤
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Grazie Simona…
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Grazie a te per la pazienza!
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Perché pazienza?! è un piacere leggerti! ❤
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A volte penso che anche se sono solo piccole storie di famiglia è un peccato che vengano dimenticate!
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La storia è fatta dai singoli. Non dimentichiato le storie di famiglia, no per favore.
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❤
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Grazie per il racconto….
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Grazie anche a te.
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Hanno vissuto la storia in prima persona…
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E’ vero. Piccole storie!
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è bello ricordare queste storie di famiglia, grazie per la condivisione, ottima la crostata.
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Grazie Giovanna.
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Prego!!
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Pensavo l’avessero preparata al soldato! Penso che sì, c’entri la storia 🙂
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C’era solo polenta…. e anche poca!
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Tempi di guerra! Non c’era nemmeno il pane bianco 😦
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C’era la farina mischiata con altri vegetali, quando non era segatura!
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A me piaceva ascoltare la mia bisnonna quando raccontava cosa mangiavano, perché raccontava sempre che chi possedeva un po’ di farina bianca la nascondeva più attentamente delle monete!
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Storie che sembrano fole!
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Verissimo!
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La torta con l’aroma di mandorla è molto invitante. A Genova, medaglia d’oro della resistenza, praticamente non c’era cantina, solaio, buco che, dopo l’8 settembre, non nascondesse qualche ebreo o disertore. Mia madre, e come lei tanti altri e tante altre, portava da mangiare a qualcuna di queste persone, che da mangiare nelle città ce n’era molto poco. Quando penso a quel periodo, mi chiedo come hanno fatto, come ce l’hanno fatta. Le mie nonne hanno visto partire, una due, l’altra tre figli per la guerra. Le loro storie, i loro aneddoti potevano anche essere molto divertenti, raccontati dopo. Penso che non dobbiamo dimenticare, dobbiamo preservare queste memorie.
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Lo penso anche io. Man mano che passa il tempo diventano quasi “incredibili”. Anche per questo bisogna ricordare che non è un film.
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Le tue crostate sono sempre un’opera d’arte!!!
Una fetta per noi è rimasta?
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