6 luglio 2017
Avevamo, in giardino, due grandi piante di Prunus nigra.
Ci regalavano una bellissima fioritura rosa e poi un pugno di piccoli frutti scuri.
La pianta di destra fu sradicata da una piccola tromba d’aria e l’altra, forse perchè non sopportava la solitudine, si seccò.
Ma dalle radici nacque un piccolo selvatico che fiorisce in modo meno appariscente, ma produce chili e chili di gustosi frutti rossi, sodi e poco aspri.
Oddio, poco aspri lo dico io, perchè i miei figli, poco avvezzi ai sapori di una volta, non li apprezzano affatto!
Ho tentato di far cambiare loro idea preparando questo dolce piuttosto rustico.
Ingredienti:
- 400 g di cagnetti
- 150 g di farina
- 100 g di zucchero
- un vasetto di yogurt bianco
- 50 g di burro
- due uova
- un cucchiaio di saba (mosto cotto)
- un cucchiaino di lievito in polvere
- un pizzico di sale
Con un poco di pazienza, snocciolate i cagnetti (mirabolani, marusticani, date loro il nome che più vi aggrada).
Montate le uova con lo zucchero e un pizzico di sale. Unite il burro fuso, poi, sempre mescolando, lo yogurt e la saba.
Per ultimo aggiungete la farina setacciata con il lievito.
Foderate uno stampo con carta forno. Un tempo, per i dolci rustici, si usavano stampi rettangolari. Il mio invece era quadrato, 20 x 20.
Versate l’impasto nello stampo preparato, quindi distribuite sulla supercifìcie i frutti snocciolati. Infornate a 180 °C per circa 40 minuti.
Fate raffreddare e sformate.
Per chi non ama il gusto aspro, cospargere abbondantemente di zucchero a velo.
N.B. La tovaglietta, con un bel pizzo all’uncinetto, è un caro ricordo della mia collega e amica Nelsa, che ha continuato a creare i sui piccoli capolavori anche quando la maculopatia le aveva tolto la vista.
Complimenti per la torta! Mi sembra molto invitante! Mi piacciono i dolci un pochino rustici.
Sai che anche mia nonna, nonostante non ci veda più, fa ancora la maglia? Certi gesti si imparano a memoria e non si dimenticano più…
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di certo sarà buonissima 🙂
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Per mio marito si, se l’è mangiata mezza in una volta sola!
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Assomiglia alla Zwetschgen-Kuchen che fa mia cognata. Noi di prugne selvatiche di questo tipo ne abbiamo un grande albero dietro a casa e fa una montagna di frutti che tappezzano tutto il terreno sotto. Secondo te, ci si può fare una marmellata? E’ utile?
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Io l’ho fatta. Cinque chili. Ma ho cotto i frutti prima di togliere i semi, altrimenti non finivo più.
Abbiamo altre piante stracariche di frutti gialli, ma la marmellata non la faccio più perché è aspra. E poi ne ho sempre tanta….
Pensavo di provare a fare un liquore, anche se il prezzo dell’alcool mi traumatizza.
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Grazie per la spiegazione. Le altre piante giovani che avevamo, sempre di pruno selvatico, le abbiamo inserite tutte, alcune con le albicocche e altre con delle prugne rosse oppure blu. Quella rimasta è troppo vecchia e grossa per fare qualche esperimento.
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Mio marito non ha mai fatto innesti. Avete fatto sui rami?
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Si, sui rami, perché le piante avevano già qualche anno. Quest’anno, invece, sui giovani selvatici di ciliegio abbiamo fatto l’innesto direttamente sul tronco.
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E ci sei riuscita a fargli cambiare idea? Bella la tua torta, credo anche molto buona!
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È buona, ma l’hanno trovata un po’ aspra.
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Il nome è curioso, non l’avevo mai sentito! Dev’essere molto buona! Un abbraccio
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Il nome è dialettale, ma in fondo anche il frutto ha qualcosa di “altri tempi”. Grazie comunque, la torta è piacevole.
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L’aspetto è invitante, ma nemmeno io sono per i sapori aspri, passo per il prossimo dolce 😉
Buona settimana
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Ciao Mi. Il prossima sarà un dolce dolce!😊
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Ci conto 🙂
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