30 luglio 2017
C’è una mia ex compagna di scuola che io e mio marito chiamiamo carotola. E per estensione chiamiamo così anche sua madre e, quando era in vita, pure sua nonna.
E tutto questo solo perche allora noi non conoscevamo il nome dialettale della carota e lei invece sì. E ci era sembrato così buffo da diventare uno di quei segretucci da fidanzatini stupidini.
Con l’età abbiamo poi scoperto che in dialetto quasi tutti usano questo termine, anche nei libri di cucina reggiana.
Questa ricetta è di mia zia Carla, dal libro ho preso la decorazione e dite un po’ se non sono stata brava!Ingredienti:
- 300 g di carote già mondate
- 150 g di zucchero
- 150 g di mandorle pelate
- 100 g di amaretti
- 4 uova
- 3 cucchiai colmi di farina
- un cucchiaino di lievito
- la buccia grattugiata di un limone
- qualche biscotto secco o pangrattato per la teglia
Grattugiate le carote con un disco a fori piccoli, tipo quello per il parmigiano.
Tritate finemente le mandorle assieme agli amaretti e unitele alle carote.
Aggiungete i tuorli, lo zucchero e la buccia di limone.
Mescolate bene e setacciate sul composto la farina col lievito.
Per ultime unite le chiare montate a neve.
Sbriciolate i biscotti col batticarne.
Ungete leggermente una teglia a cerniera del diametro di 26 cm e cospargete il fondo e i bordi di briciole di biscotto (si può usare anche il pangrattato).
Versate il composto e fate cuocere in forno preriscaldato a 180 °C per circa 45 minuti.
Sfornate e lasciate raffreddare prima di sformare la torta.
Decoratela in modo consono a una preparazione così semplice.
Note
La ricetta della zia prevedeva 300 g di zucchero, ma credo che con metà dose sia perfetta.
Al posto della farina era prevista la fecola, ma io non l’avevo. Credo che sia quasi meglio, perchè la torta è comunque molto soffice.
😍
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Bravissima. Direi la tua è più bella di quella nel libro. E anche sicuramente buono con le mandorle. Invece della buccia di limone, va bene anche la buccia d’arancia.
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Grazie mille. L’arancia forse è meglio, ma non rientra nella cucina tradizionale.
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Davvero molto bella 😊
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Grazie. Il tono voleva essere ironico, ma un po’ di tifo fa’ sempre bene 🙂
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Ho fatto spesso anch’io la torta di carote e ogni volta ripensavo ad un episodio accaduto a Pontedilegno, negli anni 70, quando lavoravo colà.
C’era una pasticceria, nella piazza del paese e, un primo di aprile, qualcuno, dando il nome di un grande albergo, ordinò una quarantina di torte di carota che sarebbero servite per una festa speciale. Naturalmente, quando le consegnarono all’albergo, questi caddero dalle nuvole e si scoprì l’inganno. Fu la festa dei ragazzi quando uscirono da scuola: a tutti vennero regalate fette di torta e anche ai passanti, piuttosto di far andare a male quel ben di Dio. Io, che non avevo mai mangiato una torta di carote, mi feci dare la ricetta e incominciai a farla anche io quando tornavo a casa mia a fine della stagione. Da noi questa torta non si usava all’epoca, però piacque ai miei familiari e agli amici e ora si fa anche qui.
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P.S. la tua decorazione è veramente bella, io mi limitavo a un po’ di zucchero a velo.
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Veramente anche io. E’ sato vedere i fiorellini di carota che mi ha “motivato”.
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Lo terrò presente per la mia prossima torta di carote. Di solito la faccio quando fa freddo.
Ti auguro una notte serena.
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Effettivamente le torte al forno sono più adatte quando non c’è questo caldo. Buona giornata.
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Buona giornata a te. Un abbraccio.
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Lo scherzo però fu davvero cattivo per la pasticceria! Meglio per i bambini.
Non saprei quando hanno iniziato a fare questa torta qui da me, io la ricordo fin da piccola.
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Quelli della pasticceria, a seguito di questo scherzo pesante, decisero di non prendere più ordinazioni per telefono: bisognava recarsi in negozio, fare l’ordine e versare un acconto, soprattutto per ordini che riguardavano alberghi e ristoranti, o grossi quantitativi.
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Mi sembra più che giusto.
Al pasticcere qui sotto qualcuno ordinò una volta una fastosa torta di compleanno e un enorme vassoio di cannellini. Imballata la torta il tipo disse “intanto la metto in macchina” e ripartì lasciandogli i cannellini alla crema, ma anche la torta da pagare 😦
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C’è sempre qualche “furbo” che approfitta dell’onestà altrui.
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Purtroppo. E non era nemmeno un pesce d’aprile.
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Altro che, bravissima! Buongiorno Simo!
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Grazie mille. Buona giornata anche a te.
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Mi unisco anche io, sei stata davvero brava, hai fatto bene secondo me a dimezzare lo zucchero, una volta si tendeva a fare i dolci troppo dolci, me ne accorgo rileggendo a volte le ricette che risalgono ad anni fa, di dolci preparate da me.
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Hai ragione. Anche io lo riduco quasi sempre quando rifaccio qualche vecchia ricetta.
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Direi che sei stata molto più brava del libro!!!
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:)) Grazie.
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Sei stata bravissima! Con la decorazione, che vedo, e con la torta, che immagino 🙂
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Grazie grazie. E’ una vecchia ricetta, ma sempre buona.
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