4 agosto 2017
Si tratta di una torta tradizionale reggiana che risale ai primi del ‘900, quando, anche nel reggiano, si diffusero gli amaretti, preparati industrialmente dai primi biscottifici locali.
Tuttavia la ricetta base è molto più semplice di questa versione strepitosa che viene dalla cooperativa e, più precisamente, dalla signora Dina custode.
Due degli ingredienti dovrebbero essere locali e precisamente il Sassolino (liquore all’anice) e gli amaretti Benelli che sono particolarmente secchi, senza la minima gommosità e sono gli unici che son sempre circolati in casa mia e in tutte le case di una volta.
Il profumo che si sprigiona bagnando gli amaretti col liquore è fantastico, sa di dolce amore, di stacchino della duchessa, di Natale, di mamma e d’infanzia.
La ricetta è per una tortiera del diametro di almeno 28 cm. Utile il cerchio apribile, ma la torta si capovolge bene.
Riporto la ricetta un po’ sviluppata, l’originale era assai stringato.
Ingredienti:
Per la pasta:
- 250 g di farina
- 125 g di burro
- 100 g di zucchero
- un uovo
- un cucchiaino colmo di lievito
- una bustina di vanillina
Per il ripieno:
- 300 g di amaretti
- 3-4 bicchierini di Sassolino
Per la meringa:
- 6 albumi
- 120 g di zucchero a velo
- 100 g di mandorle pelate e tritate molto finemente
- 10-12 amaretti interi per decorare
Iniziate preparando la pasta.
Lavorate il burro freddo a pezzettini con la farina setacciata con lievito e vanillina, ottenendo delle briciole.
Aggiungete lo zucchero e l’uovo e impastate velocemente ottenendo una pasta liscia e uniforme.
Avvolgetela nella pellicola e fatela riposare in frigo.
Schiacciate gli amaretti, chiusi nella loro busta, con un mattarello o un batticarne.
Bagnateli col Sassolino.
Accendete il forno a 180 °C.
Tritate finemente le mandorle.
Stendete la pasta e foderate il fondo e i bordi della tortiera imburrata e infarinata.
Versatevi il composto di amaretti e livellate.
Montate gli albumi a neve ben ferma, aggiungete lo zucchero a velo poco per volta e, alla fine, le mandorle.
Versate questa meringa sul composto di amaretti sbriciolati.
Bagnate nel Sassolino gli amaretti messi da parte per la decorazione e affondateli nella meringa.
Fate cuocere per 40 minuti, quindi fate riposare la torta nel forno spento per altri 20-30 minuti.
Sformatela fredda.
Mi piace questa ricetta, la proverò senz’altro. Anche a me piacciono gli amaretti ben secchi che quando li schiacci si sbriciolano e vanno in mille pezzettini, li uso anche per certi ripieni di galline da bollire, che tanto piacciono al golosone che ho sposato.
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Mi intriga il ripieno con gli amaretti. Io li uso poco nel salato. Ora mi vengono in mente solo i tortelli di zucca.
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La ricetta di mia suocera per il ripieno della gallina da lessare era questo:
Faceva soffriggere in una noce di burro uno spicchio d’aglio. della cipolla tritata e qualche foglia di salvia spezzettata. A piacere si può togliere poi l’aglio oppure schiacciarlo e disfarlo con la forchetta, cosa che io preferisco. Volendo si può togliere anche la salvia. Poi si aggiunge del pan grattato, lo si gira velocemente con il cucchiaio perché si aromatizzi bene e si aggiunge un po’ di brodo bollente, poco alla volta, per ottenere un impasto consistente: un panetto da maneggiare con le mani, ben sodo quando è freddo.
A freddo si aggiunge un uovo intero, amaretti a piacere polverizzati, un paio di manciate di grana grattugiato, sale, pepe, noce moscata quanto basta. Si forma il panetto ben sodo da introdurre nel cavo della gallina. Mia suocera aggiungeva anche del prezzemolo tritato, ma io preferisco non aggiungerlo, perché dà un che di amarognolo al tutto.
Mio marito ama la gallina cotta poco, piuttosto al dente, tanto per intenderci: da servire con un machete per tagliare la polpa azzannata.
Buon fine settimana.
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Un po’ più curato, ma non è molto diverso dal “pìn” che si mette(va) nella pelle del collo per rinforzare il lesso.
Anche mio marito è un appassionato del lesso poco lesso. Era la disperazione di mia mamma. Per lei la gallina era cotta quando si sfilavano le ossa.
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Esattamente come per mia madre, la quale cuoceva anche pasta e riso per venti minuti, il bollito di manzo per tre ore e il sugo all’amatriciana per un intero pomeriggio. De gustibus…
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De gustibus… certo, ma una sana via di mezzo ci sta sempre
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Concordo con te.
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😉
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preparo pure io una torta simile, non sapevo che fosse reggiana,grazie per la notizia.
Quando le temperature lo permetteranno proverò pure la tua, gli amaretti mi piacciono tanto, proprio questi del tipo friabile, il sassolino non lo conosco ho sempre usato l’amaretto anche fatto in casa.
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Può darsi che i reggiani l’abbiano fatta loro attingendo da altre fonti.
Il Sassolino è un liquore tipo sambuca ma meno alcolico. Nelle vecchie ricette è usato anche in abbinamenti alquanto improbabili, tipo con la frutta e addirittura l’ananas. Mia zia fa’ giusto un semifreddo all’ananas coi biscotti inzuppati nel Sassolino e tutti lo adoriamo.
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Grazie Simona per tutte le notizie, mi piace tanto sapere qualcosa in più di usi locali.
al prossimo viaggio se verrò dalle tue parti cercherò questo liquore.
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Non è difficile da trovare, nel reparto ingredienti per dolci, assieme ai savoiardi, al grano cotto, alla vanillina…..
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Devo guardre bene, chissà se lo trovo pure qui.
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In Sicilia non credo. Io mi riferivo alle “mie parti” 🙂
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Grazie, dovrò aspettare un bel po’ allora.
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Non credo che valga la pena di comprarlo su internet. C’è sempre la sambuca, oppure il Triple sec.
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Grazie, mi arrangerò cosi allora
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Ma certo!
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Mi piace la torta, italiano o svedese, e mi piace anche di amaretti
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Anche a me piacciono le torte. Di quelle svedesi ne conosco poche, giusto quel che ci propone Ikea 🙂
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Proprio ieri rientrando da Parma mi son fermata a Brescello per visitare il paese di Peppone e Don Camillo…ho visto gli amaretti Benelli e non li ho comprati. Ma si può?
Cercherò di rimediare. La torta la farò con altri amaretti anche se so che non sarà la stessa cosa.
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A volte si commettono certi errori!!!! 😀
Non credo che siano indispensabili, ma certamente sono tipici.
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Già, una volta si facevano le torte molto grandi, ora le abbiamo progressivamente rimpicciolite 🙂 comunque, nonostante non mi piacciano gli amaretti, nelle torte, mescolati ad altri ingredienti, li gradisco …
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Qui sono dominanti, anche se ho ridotto la dose
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Si deve, altrimenti i chili vanno su che è una meraviglia …
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I chili? Io sono anziana, sono anni che mi sono concessa di non prenderli in considerazione 😛
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Devo ricordarmi di comprare il Sassolino che l’ho finito. Ma con questo caldo riesci a infornare? O inforni ed esci? Buona però
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Ho un fornetto sotto il portico. Ma non funziona bene con tutto
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Però spiega molte cose 😉
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E’ vero.
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