7 aprile 2015
Se si ha la fortuna di invecchiare, purtroppo, si devono affrontare anche tante cose tristi.
Il dolore per la perdita dei genitori è grande, ma è acuito dalla necessità di smobilitare la loro casa.
Casa che spesso è stata per molto tempo anche la nostra.
E se, alla fine, non lo era più, quello che si raccoglie è, comunque, un pezzo del nostro cuore.
Sono passati tanti anni, il dolore lascia il posto ai ricordi, però ogni oggetto, padella, piattino… per non parlare di tutto il resto, ti parla, ravviva una storia.
Quando ho dovuto smontare la casa dei miei genitori, ormai tanti anni fa, mi sembrava che tutto mi volesse raccontare.
Tra tutte quelle cose, mi colpivano le piccole dimensioni delle pentole.
Mia mamma era super dietetica, ma come poteva cucinare in quelle padelline?
E i piatti. Lei non ha mai usato i piatti piani. I piattini da frutta servivano per il secondo.
Ma in mezzo a questa attrezzatura lillipuziana, mi ha colpito la tortiera.
Mi ricordavo benissimo che la torta di mele veniva preparata lì dentro! Una teglia di oltre 30 cm di diametro.
La mia versione è un poco ridimensionata, stampo 26.
La ricetta nel quaderno di mia mamma si chiama “Torta di mele della Maura”.
Nel quaderno della Maura sarà “Torta di mele di mia cognata fornaia”.
Si tratta, in ogni caso, della torta di mele più comune in Emilia.
Ingredienti:
- 300 g di farina tipo “00” dolci lievitati Molino Ariani
- 300 g di zucchero
- 150 g di burro
- 3 uova
- la buccia grattugiata di un limone
- un bicchierino di Sassolino
- una bustina di lievito istantaneo
- 4 mele
Sbucciate le mele, togliete il torsolo e tagliatele a fettine.
Fate fondere il burro. Unite lo zucchero e lavorate a crema.
Aggiungete le uova, uno alla volta, continuando a mescolare.
Unite il Sassolino e la scorza di limone, quindi la farina setacciata col lievito.
Si otterrà un impasto abbastanza consistente.
Imburrate e infarinate uno stampo da 26 cm di diametro. Versate l’impasto e disponete le fettine di mela a raggera, immergendole di taglio.
Cuocete la torta in forno preriscaldato a 190 °C per 45 minuti o più.
Fa fede la prova dello stecchino.
Ciao Simona, proprio oggi guardavo le mele nella mia fruttiera e pensavo ad una torta da fare, proverò questa ricetta della tua mamma, non ho il Sassolino, lo sostituirò. Ho avuto l’influenza, oggi è il primo giorno che sto meglio, ho trascorso la Pasqua nel lettone con la mia Perla 😦 Un abbraccio e buona serata ❤
P.S.: correggi "tegila di oltre 30 cm di diametro" 😉
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Grazie per la segnalazione. Mi dispiace che ti sia ammalata proprio per Pasqua, ti credevo in campagna a caccia di erbe. Sarà stata contenta la micia! Bello il tuo ultimo risotto, peccato che il cavolo rapa ancora non si veda in giro. Quando verrai a Modena fallo sapere, magari può essere un occasione per incontrarsi!
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Magari essere potuta andar per campi 😦 con queste splendide giornate, spero di non essermi persa i germogli, al limite mi sposto verso la collina/montagna dove le fioriture sono in ritardo: ho qualche ideuzza 🙂
Pensavo di venire nella tarda primavera e, a proposito, perchè non provi a seminarlo il cavolo rapa? Se lo fai ora non serve nemmeno trapiantare lepiantine, dai prova 🙂
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Mi piacerebbe, ma l’orto è stato dismesso qualche anno dopo la morte di mia mamma. Ho provato a coltivare alcune cose in vaso, ma il mio amico agronomo le ha definite raccappriccianti. Finchè ci sono tanti P.G. (pazienti grati) che ci riforniscono, a volte anche in eccesso, non sono molto motivata. La curiosità c’è, ma bisognerebbe trovare qualche badante (come per le rape e le barbabietole!). Poi mi ricordo alcuni esperimenti, col sedano rapa, i finocchi, i cavoletti di B. e altri ortaggi inusuali. Pare che il terreno non ne voglia sapere! 🙂
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Sembra deliziosa. La proveremo 🙂
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E’ buona e facile! Roba d’altri tempi.
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Commovente. Perché suscita emozioni provate e non ancora risolte. Grazie per la condivisione.
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Grazie Silva.
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Mi sono emozionata leggendoti e mi sono tornati alla mente tanti ricordi,complimenti per la tua torta.
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Grazie mille!
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Commovente. E ricetta interessante, visto che non ho mai assaggiato una torta di mele con il sassolino o anice in generale. Da provare!
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Un tempo era liquore in assoluto più usato per la preparazione dei dolci qui in Emilia! Può sembrare strano ma siamo abituati!
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Hai aperto il cassetto dei sentimenti e ricordi che cerco ogni giorno di chiudere a doppia mandata senza riuscirci Simona!
Ora però il sassolino dove lo trovo per replicare questa meraviglia?
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Questo è un cassetto che non dobbiamo chiudere. Col tempo quello ci faceva piangere con dolore ci farà sorridere o commuovere! Il Sassolino è tipico dell’Emilia, ma è semplicemente un liquore all’anice! Ciao. Felice di risentirti!
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Finalmente ho fatto la tua torta, è ottima Simona, grazie per la ricetta, a mia madre sarebbe piaciuta tanto, soffice e leggermente umida…bravissima…complimenti!!!
Cioaaaaaaaaaaaaa
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Ciao Maria. Mi fa’ piacere che tu abbia provato questa vecchia ricetta!
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Proprio il tipo di torta di mele che piace a me, di quello spessore e colore. Vorrei provare a farla però mi manca il Sassolino e il tipo di farina che usi. Proverò con quella normale, sperando di non rovinare la preziosa ricetta di tua mamma 😦
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Il Sassolino è tipico di qui, ma va bene anche un altro liquore all’anice o anche del tutto diverso.
La farina e una di quelle per dolci con una certa forza; si trova di tante marche.
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Grazie, vediamo cosa ne viene fuori 🙂
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E’ una torta davvero semplice, poi mia mamma non sapeva cosa fosse la forza della farina, usava sempre lo stesso tipo!
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Ti faccio vedere il risultato. Ho modificato un po’ la ricetta spolverandola con lo zucchero a velo.
Buonissima!!!
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E’ venuta benissimo! Io di solito non metto zucchero a velo solo perchè non lo amano, ma mi piace l’effetto.
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Grazie 🙂
Ed è buonissima, mio marito l’ha apprezzata 🙂
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Che dire… se si mettono in mezzo i mariti! 😀
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🙂
Buona giornata
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