20 febbraio 2014
Mia mamma non amava cucinare. Almeno lo sosteneva. Tuttavia preparava con grande abilità una serie di piatti. Per abitudine, per dovere, non si sa.
E, a proposito di certi piatti, faceva le sue ricerche.
Per quello che riguarda gli “intrigoni” come diceva lei, che sono quella pasta fritta di Carnevale, la ricerca è stata abbastanza lunga, con prove che si sono protratte dalla mia infanzia fino all’adolescenza.
Ma il risultato è innegabile.
I più buoni in assoluto, quelli della Marta.
Quelli della Marta io li ho portati per diversi anni in ufficio, per il rinfresco dell’ultimo di Carnevale.
Non sono mai arrivati nell’ufficio “là in fondo” sede di tutti gli intrattenimenti.
Già dal primo mattino infatti cominciava una processione nel mio ufficio.
“Hai fatto gli intrigoni?”
E sì che li avevo fatti, ma a mezzogiorno non c’era più nulla.
Perchè gli intrigoni o rosoni della Marta sono sempre stati i più amati.
Non so se sia corretto divulgare questa preziosa ricetta, ma in fondo anche noi l’abbiamo avuta col passaparola.
Per chi li vorrà provare, “rispettare le regole di mia mamma”.
Ingredienti:
- 350 g di farina 00
- 80 g di zucchero
- 70 g di burro
- 3 tuorli d’uovo
- 1/2 bicchere di vino bianco
- scorzetta di limone
- cannella in stecca
- una bustina di vanillina
Far bollire vino, zucchero, limone e cannella.
Fuori dal fuoco unire una bustina di vanillina.
Far raffeddare.
Far sciogliere il burro.
Filtrare lo sciroppo di vino e impastare tutti gli ingredienti.
Lavorare come la pasta per le tagliatelle.
Tirare la sfoglia con la macchinetta fino al penultimo buco per 2 volte.
(La mia macchinetta Imperia ha la bellezza di 50 anni. Ha una ghiera con 12 buchi: arrivare all’undicesimo).
Tagliare dei rettangoli di pasta.
Praticare due piccole incisioni su ogni rettangolo e infilarci dentro un lembo di pasta.
Più facile da fare che da descrivere.
Friggere in abbondante strutto caldo pochi per volta. Io ne friggo 4 per volta.
Lo strutto non deve schiumare (troppo freddo) e non deve fumare (troppo caldo).
Sollevare con un ragnetto e depositare in un colino di rete, poi sulla carta cucina.
Non si vede neanche una traccia di unto.
Spolverizzare con zucchero a velo.
L’ha ribloggato su Grembiule da cucinae ha commentato:
Quando ho pubblicato questa ricetta avevo da poco aperto il blog, quindi ha avuto pochissima visibilità. E’ un peccato perchè si tratta di una delle preparazioni di cui mia mamma andava più fiera.
Li ho appena rifatti e sono sempre molto buoni; immodestamente direi i più buoni del circondario.
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La roba cotta nello strutto è fenomenale… Ci credo che finivano in un attimo!
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Non ho specificato che lo strutto deve essere quello “bianco” altrimenti ha un odore non adatto per i dolci. Comunque lo strutto lo uso a carnevale. E per i blinj. E per il pane. Si, insomma quando ci vuole ci vuole!
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Ah, per i famosi blinj! Pensa che mia madre pensa che lo strutto sia una cosa light, quindi lo usa spessissimo XD
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Io non credo che sia tanto più “tossico” di altri grassi. Per noi ha il difetto del colesterolo 😦
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Sicuramente è più naturale se viene prodotto in casa (almeno nel mio caso). A te lo regalano o lo fai?
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Quello bianco lo compro. Quello che mi regalano sà un po’ di ciccioli, va bene per il salato.
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Da noi si chiamano “lattughe”. Le tue sono stupende!
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Grazie Neda. Sono davvero buoni, tra le cose comuni ovviamente!
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Che ricetta fantastica. !!! Sono proprio Reggiani come noi questi amori qua! Tanto se io provo a farli non mi riescono le cose fritte non son brava a cucinarle
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Io credo che sia soprattutto perchè lo facciamo raramente. E vorremmo non impuzzare!
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Anche questo è vero!
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