Cavolo, che pasticcio!

8 febbraio 2017

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La salsa mornay (non so neanche se, per rispetto, vada scritto con la maiuscola) credo sia una roba degli anni ’80, quando si cucinava con tanta panna, quando le allora ragazze non si stiravano i capelli, i seni si portavano nella loro posizione anatomica, si indossavano tacchi bassi anche se non si arrivava al mitico metro e settanta e certi vestitini erano cuciti in casa, ma di seta pura.

img_20170207_183221.jpgChe tirata da vecchia!
Comunque, per tornare alla salsa, io ne ho fatto gran uso sia per verdure e pasticci, sia per le crepes.
Mi è tornata in mente ieri, insieme a questo pasticcio, molto più lungo da descrivere che da preparare.
Molto libera interpretazione di una ricetta della signora Emilia Valli (chi è abbastanza vecchio sa di chi parlo).

Ingredienti:

  • un cavolfiore di circa 1,200 kg
  • 80 g di parmigiano-reggiano da pasteggio (mezza stagionatura)
  • parmigiano-reggiano per la gratinatura
  • pangrattato per la teglia
  • burro per la teglia
  • sale

Per le polpettine:

  • 400 g di carne macinata
  • un uovo
  • 3 cucchiai di pangrattato
  • 3 cucchiai di parmigiano-reggiano grattugiato
  • prezzemolo tritato
  • poco aglio tritato o in polvere
  • poco olio evo
  • sale, pepe
  • pangrattato per rivestire
  • olio di semi per friggere

Per la salsa mornay:

  • 1/2 litro di latte
  • 50 g di burro
  • 50 g di farina
  • 100 g di panna
  • un uovo
  • sale, pepe
  • noce moscata

Mondate il cavolo, dividetelo in cimette e cuocetelo a vapore. Cuocete anche le foglie.
Preparate le polpettine.
Impastate gli ingredienti lavorandoli con le mani. Formate delle palline grandi come grosse ciliegie. Io ne ho ottenute 30.
Rotolatele nel pangrattato e friggetele per circa 5 minuti nell’olio bollente.

Preparate la salsa mornay.
Sciogliete il burro, incorporate la farina e il latte a filo per non avere grumi.
Salate, pepare e insaporite con la noce moscata.
Appena la salsa inizierà a fremere toglietela dal fuoco, unite la panna, l’uovo e mescolate bene.

Scolate il cavolfiore, tagliate le foglie a pezzettini e fate uno strato vegetale in una pirofila imburrata e cosparsa di pangrattato. Usate circa la metà del vostro cavolo.
Disponete sul cavolfiore uno strato di formaggio tagliato a sottiletta, quindi stendete le polpettine in un unico strato.
Coprite con metà della salsa mornay.
Disponete il resto del cavolfiore, la salsa e spolverate col parmigiano-reggiano.
Passate in forno a gratinare a 200° C.

Note:
Il piatto si può preparare in anticipo, se si raffredda, la gratinatura sarà più lunga.

55 pensieri su “Cavolo, che pasticcio!

  1. Fior di Sambuco

    Oh santi numi che pezzo di figliola ❤ L'introduzione è straordinaria, pensa che io ho i seni nella loro posizione anatomica inerente all'età: alle ginocchia 😀 Un bacio ❤

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      1. Fior di Sambuco

        Hai ragione, lo penso anch’io ma iquel genere di bellezza lo rimpiangeranno perchè dietro a quegli abitini c’è così tanto che oggi e in futuro se le sogneranno ❤

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      2. Fior di Sambuco

        Ah, l’altro giorno ho visto che pubblicizzano un “aggeggio” dove poter inserire l'”aipad” anche sullo schermo del tapirulan o siclett per non perdersi nemmeno un laik o un uotsapp, fosse mai 😉

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      1. Neda

        Io sono più vecchia di te, mi ricordo però che mi ero fatta un abitino simile al tuo, di colore terra di Siena bruciata, più attillato nella parte superiore e con un bel ricamo a mano, sempre fatto da me, sulla fascia alta che cingeva la vita. L’ho messo poche volte, a quell’epoca, perché quando me l’ha visto, mia cognata mi ha rotto i timpani a furia di chiedermelo in prestito e io gliel’ho regalato.

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      2. Neda

        Ho imparato quando avevo 22 anni scoprendo, in Germania, il Burda, una rivista che ora si trova anche in Italia. Incominciando con le piccole cose, un po’ alla volta sono riuscita a cucirmi perfino il vestito da sposa, cappotti, giacche imbottite, pantaloni e ogni cosa che desideravo, vestendo anche mia figlia. Faccio solo cose per me e per mia figlia, non sono bravissima, ma se sbaglio non rovino tessuti altrui.

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  2. Paola

    Che schianto ragazzi! Saranno anche passati 35 anni, ma dal tono generale non credo che ci sia poi tutta quella gran differenza: oggi, sei di sicuro sempre una gran bella donna. La ricetta la leggo dopo, quando recupero l’autostima. Concordo su una cosa, la poca fiducia in se stesse quando si è giovani.

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