Erbazzone reggiano

12 gennaio 2018
Qualche tempo fa ho sentito alla radio una conversazione a proposito dei libri di proprietà personale e del loro futuro una volta che i proprietari se ne saranno “andati”.
Mi sono fatta l’idea che si tratti di una questione su cui molti amanti dei libri si pongono delle domande.Direttori di importanti biblioteche hanno messo in evidenza il fatto che le donazioni di libri e documenti, anche di valore, costituiscono fonte di importanti costi e impegno di personale, senza che se ne ricavi un vantaggio per i fruitori delle biblioteche.
Ma, per esperienza personale, posso dichiarare che ci sono tante persone che hanno pensato al futuro dei loro libri con soluzioni… geniali.
Una di queste soluzioni sono io.

Per esempio: una mia carissima amica, varcata la soglia dei novant’anni, ha pensato di girarmi buona parte dei suoi libri di narrativa. Peccato che sia appassionata di gialli molto più di me.
Una follower di questo blog mi ha fatto dono dell’archivio/ricette della sua mamma, particolarmente interessante perchè il materiale si riferisce agli anni ’60-’70, quando io ero ancora alle prese con la spartana cucina di mia mamma.
Una cara amica mi ha regalato una grande quantità di pubblicazioni di cucina degli anni ’70-’80.
E attualmente c’è una signora che mi sta passando una quantità incredibile dei suoi libri di cucina.
A volte sono pubblicazioni che conosco e possiedo, ma ci sono anche tanti altri libri curiosi e interessanti.

Da un esame incrociato di vecchie ricette mi è venuta questa gran voglia di provare l’erbazzone reggiano.
A Correggio (seppur in provincia di Reggio) l’erbazzone è tipicamente senza pasta.
A Reggio invece…
La ricetta è ispirata ad una di quelle del dottor Bagnoli, ma mediata dall’influenza della signora preside Marta Ferrari a cui egli stesso fa riferimento.
Anche se “l’increspatura” della pasta mi è venuta insignificante, l’erbazzone era davvero buonissimo, tanto che ne sono rimasta felicemente stupita.

Ingredienti:
Per la pasta:

  • 250 g di farina (io ho usato una farina 1)
  • 70 g di strutto bianco
  • acqua tiepida q.b.
  • sale e pepe

Per il ripieno:

  • 600 g di biete surgelate
  • 150 g di spinaci surgelati
  • due cipollotti col gambo
  • 100 g di pancetta
  • 100 g di parmigiano-reggiano grattugiato
  • due uova
  • un cucchiaio di prezzemolo tritato
  • uno spicchio di aglio
  • sale, pepe e noce moscata

Per completare:

  • 2 cucchiai di pangrattato abbrustolito
  • un cucchiaio di lardo macinato

Preparate la pasta lavorando la farina con lo strutto morbido, sale, pepe e l’acqua sufficiente per ottenere una pasta liscia ed elastica.
Avvolgetela nella pellicola e fatela riposare.

Tritate finemente la pancetta con uno spicchio d’aglio (Io uso il mixer).
Mettete il trito in un’ampia padella e fate rosolare coi cipollotti, anch’essi tritati finemente.
Prima che biete e spinaci siano scongelati, tritateli grossolanamente e aggiungeteli in padella.
Fate cuocere fino a qundo non risulteranno asciutti e aggiustate di sale.
Insaporite con pepe e noce moscata.
Lasciate intiepidire, quindi unite le uova e il parmigiano-reggiano.

Dividete la pasta in due parti di cui una un pochino più abbondante dell’altra.
Ungete una teglia di 26 cm di diametro.
Tirate la pasta del pezzo più grande in una sfoglia di circa 3 mm di spessore e foderate la teglia.
Ponete sul fondo due cucchiaiate di pangrattato abbrustolito, quindi versate il ripieno verde e livellatelo.
Tirate il secondo pezzo di pasta a uno spessore di circa 2 mm.
Arrotolatelo sul mattarello e, stringendo i bordi, spingetelo perso l’interno creando l’increspatura. (A me è venuta una roba infelice).
Stendete la pasta sul ripieno, sigillate i bordi e bucherellate con uno stuzzicadenti.
Distribuite il lardo sulla superficie e fate cuocere in forno preriscaldato a 200 °C per circa 45 minuti e comunque fino a quando la superficie non sarà dorata.
Servite caldo, tiepido o freddo.

24 pensieri su “Erbazzone reggiano

  1. StefanGourmet

    Ho sempre saputo che sei geniale. Però negli ingredienti mancano le uova. L’anno scorso ho fatto anch’io l’erbazzone e era molto buono, ma senza pancetta, spinaci e uova. Ormai io leggo soltanto i libri elettronici. Anche perché i gialli italiani non si trovano in Olanda.

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    1. Grembiule da cucina Autore articolo

      Grazie della segnalazione. Immagino che il mio errore si nato dal fatto che nemmeno la signora Marta Ferrari metteva le uova e io avevo sott’occhio il suo libro.
      Tempo fa’ sulla pagina di Correggio c’è stata una discussione che è andata avanti un tot proprio a proposito del mettere o no le uova nell’erbazzone. Anche mia mamma non usava mai gli spinaci, ma se devo essere sincera, io li ho messi perchè mi sembrava che il mio mucchietto di biete fosse un po’ scarso 😉
      Mi ricordo del tuo erbazzone. Già allora ho pensato: “guarda te, lo fanno anche in Olanda e io non ho ancora provato!”

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  2. giovanna

    Non sapevo che ci fosse la versione senza pasta, conoscevo solo questa e ne confermo la bonta.Sai che la questione dei libri me la pongo anche io ogni tanto su a chi lasciare i miei o i nostri ne abbiamo talmente tanti che ogni tanto pensiamo che possano andare a finire in qualche mercatino dell’usato.

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  3. Mi....semplicemente

    Io sono stata una divoratrice di libri, ora con problemi di vista mi sono data una calmata
    ..i miei libri non sono di valore, ho sempre acquistato formati economici, ma della mia modesta libreria non me ne sbarazzerei mai…per i posteri diverrà carta straccia
    Ah l’erbazzone Buono! Ma io l’ho sempre assaggiato con la pasta…quello senza come sarebbe?

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  4. Paola

    Francamente non mi sono mai (ancora) posta il problema dei libri, anche qui numerosi, e con qualche copia di un qualche valore. Mi auguro che i miei figli apprezzino … Sono passata anch’io al kindle, anche per motivi di spazio, ma non è la stessa cosa. In provincia di Modena l’erbazzone si fa dolce, ma io vado matta per le torte salate e proverò il tuo, sicuro!

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      1. Paola

        Io preferisco la carta, non fosse altro perchè mi rimane più impresso quello che leggo. Il kindle è insostituibile in viaggio e in vacanza (e in metropolitana)

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  5. Neda

    Per la donazione alle biblioteche, il problema è che le biblioteche devono mandare al macero tutti i libri che sono usurati e poi devono catalogare quelli che decidono di tenere.
    La spesa di catalogazione è risolta se la biblioteca entra in un sistema bibliotecario pagando una quota annua. Per i libri da mandare al macero, qui al mio paesello, la biblioteca ha risolto mettendo in vendita, a offerta libera, tutti i libri da cestinare. Il ricavato viene utilizzato per progetti culturali. Io ho una biblioteca che supera ormai i 3500 titoli. Ho alcuni libri che risalgono alla metà dell’800, vetusti non poco, alcune edizioni a numero limitato del novecento, opere complete di alcuni autori che amo e anche molto materiale di consultazione. Ho già incominciato a regalare molti libri a una nipote che ha tre figli e li regalo tenendo conto dell’età che hanno, per ora i libri della prima infanzia e di consultazione per la scuola primaria, in seguito il resto.
    In Svizzera, dove vive un mio fratello, un paio di volte l’anno, le famiglie regalano al comune tutti i libri di cui vogliono disfarsi e questi vengono messi in vendita a un franco l’uno. Mio fratello fa incetta di volumi d’arte, spesso in buonissimo stato, quasi nuovi, e poi me li regala per il mio compleanno. Alcuni sono veramente importanti e bellissimi, altri vecchissimi, quasi da antiquariato.

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