11 marzo 2018
Tortelli del convitto
Dalla gentile segnalazione di una docente del Convitto R. Corso.
Per realizzare questi tortelli ho seguito pedissequamente la ricetta che ho agevolmente trovato sul web dopo che la summenzionata docente mi aveva parlato di questo piatto ideato dallo chef della scuola alberghiera di Correggio proprio per valorizzare un antico prodotto della della tradizione emiliana (e non solo).
Unica variante la forma. Ai tortelli quadrati ho preferito i miei soliti cappellacci.
Il risultato mi è sembrato davvero ottimo e ha fugato le perplessità dei miei figli nei confronti dell’uso della saba nei piatti salati.
Ingredienti:
Per la pasta:
- 300 g di farina 00
- 100 g di farina di semola
- 4 uova
Per il ripieno:
- 300 g di patate
- 100 g di radicchio rosso
- 100 g di caciotta stagionata
- 50 g di pangrattato
- 2 cucchiai di saba
- olio evo
- aglio
- sale e pepe
Per condire:
- 100 g di burro
- 100 ml di saba
- basilico
Mettete a cuocere le patate con la buccia.
Intanto preparate la pasta, avvolgetela nella pellicola e fatela riposare in frigo.
Lavate il radicchio e tritatelo abbastanza fine.
Versate un giro d’olio in una padella e unite l’aglio schiacciato.
Fate rosolare il radicchio, togliete l’aglio e bagnate con due cucchiai di saba. Lasciate sfumare, salate e pepate, spegnete il fuoco e lasciate intiepidire.
Sbucciate le patate ormai lesse e passatele al setaccio.
Grattugiate la caciotta con la grattugia grossa.
Versate sulle patate il radicchio, il formaggio e il pangrattato, aggiustate di sale e pepe.
Stendete la pasta in sfoglie sottili.
Ricavate dei quadrati su cui poserete il ripieno, usando due cucchiaini.
Se usate la sfogliatrice, la striscia che si ricava andrà divisa a metà.
Chiudete ogni quadrato a triangolo, quindi unite i due capi, dando la classica forma a cappello.
Lessate i tortelli in abbondante acqua in ebollizione per 5-6 minuti dalla ripresa del bollore.
Scolateli con la schiumarola e conditeli a strati, con burro fuso, basilico tritato e qualche cucchiaiata di saba.
Scusa l’ignoranza, ma la saba cos’ è?
Comunque anch’io , senza nulla togliere ai ravioli, preferisco i cappellacci
Buona domenica 🌧☔
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La saba è “mosto cotto”. Non mi ricordo come la chiamava Artusi, ma la fanno in tutta Italia
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Qui si chiama vinocotto, i tuoi cappellacci sono proprio belli e penso pure ottimi senza il vin cotto che ho da anni ma che non riesco mai a usare, mio marito non ama questi sapori.
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Io l’ho detto dopo. Figurati che per anni mi hanno minacciato. Non fare gli gnocchi con la saba, non fare i tortelli di castagne…..
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Anche per me la saba è una novità, nel nome e perchè non l’ho mai assaggiata. Indagherò
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Credo che si chiami saba anche nel modenese. In Appennino era molto usata. Un condimento povero.
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Chiederò, ho delle amiche bravissime. Grazie!
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Ma sono bellissimi!! ❤ Io poi ammetto di avere un debole per il radicchio quindi per partito preso li adoro…
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Grazie mille. Sono anche anche molto buoni. Un abbinamento riuscitissimo.
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Io che adoro gli abbinamenti insoliti o il dolce e il salto insieme apprezzo moltissimo questo ripieno. Ciao Simona!
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Devo dire che è davvero apprezzabile.
Un abbraccio!
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Molto molto appetitosi! Buona ricetta complimenti! Ciao e buona giornata
Max
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Grazie Max. Mi lusunghi!
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Addirittura ti lusingo? Non sono mica Cracco 🤣🤣🤣🤣🤣 grazie ciao
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Non c’è molto feeling tra il mio modo di vedere la vita e quello di Cracco!
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Nemmeno tra il mio è quello di Cracco, era così per citare un cuoco conosciuto dato che mi hai scritto che ti lusingao e io non sono nessuno. Ciao e grazie per il tuo gradito commento. Max
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Macchè non sei nessuno. Forse non farai pizze margherite inquietanti da 16 euro, ma io credo che la professionalità debba avere anche decoro.
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Condivido perfettamente! Ciao grazie
Max
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